La recensione. La scoperta della lingua italiana. Linguistica per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria

Raffaella Setti, La scoperta della lingua italiana. Linguistica per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria, Franco Cesati Editore, Firenze, 2019


Il volume, rivolto ai futuri educatori e insegnanti, fa parte di una collana intitolata Pillole e, proprio come un farmaco da inghiottire, vuole rendere l’operazione più piacevole, aiutando a «trasmettere a dei bambini i fondamenti della lingua in una forma semplice, rigorosa ma essenziale». Per raggiungere tale obiettivo, bisogna insegnare a ‘scoprire’ la lingua italiana, cioè a vedere i complessi meccanismi che la regolano, ma che ancora non siamo stati capaci di tirare fuori, per comprenderli e rifletterci sopra.

Il manualetto propone quindi un percorso affascinante per stimolare i bambini a smontare e rimontare le varie parti che compongono la lingua materna, aiutandoli a far emergere tutto ciò che già sanno in quanto parlanti, senza però esserne consapevoli.

Il viaggio prende avvio da alcune nozioni di base sulla nascita della linguistica storica e l’apprendimento del linguaggio; prosegue con i suoni e le lettere dell’italiano e si sofferma, in un bel paragrafo, sulla scrittura a mano e l’insegnamento delle abilità grafico-scrittorie, per arrivare all’ascolto, alla lettura e alla scrittura di un testo narrativo o di altra tipologia.


Dopo queste tre tappe, che corrispondono ai primi tre capitoli, si arriva al passaggio dal testo alla frase, momento in cui gli insegnanti devono scegliere quale modello grammaticale adottare. L’autrice dà un’indicazione convincente: basandosi su ampie e positive sperimentazioni, propone il modello valenziale, «sempre con la precauzione per cui l’approccio dei bambini con la frase, nella sua forma “creata in laboratorio” a scopo didattico secondo il modello delle valenze, non avvenga prima della terza/quarta primaria e preveda un percorso modellato sulle curiosità dei bambini, senza alcuna spiegazione formale esplicita». Aggiungiamo poi che l’argomento viene trattato in modo agile, ma completo e rigoroso, con semplicità e chiarezza, ma anche con precisione e sistematicità scientifica: riteniamo quindi che anche un insegnante che legge per la prima volta questo breve “trattato” sulla grammatica valenziale possa coglierne immediatamente le potenzialità didattiche.

L’ultimo capitolo tratta l’universo delle parole e analizza le relazioni di significato, le categorie grammaticali e le regole di derivazione e composizione. E qui, insieme agli interessanti suggerimenti, percorsi e proposte di riflessione per l’acquisizione e l’ampliamento del lessico, segnaliamo il paragrafo sui dizionari, dove si spiega come sono fatti e come vengono inseriti i lemmi. Indicazione data quasi sempre per scontata, ma spesso sconosciuta a molti bambini, e non solo.