La recensione. I promessi sposi

Alessandro Manzoni, I Promessi sposi. Testo del 1840-1842, a cura di Teresa Poggi Salani, Centro nazionale studi manzoniani, 2013. Presentazione di Angelo Stella. Introduzione di Teresa Poggi Salani.


Il nuovo commento ai Promessi sposi presenta un equilibrio perfetto fra commento letterario e commento linguistico-filologico e, cosa assai notevole, è un testo asciutto e organico che mette a disposizione del lettore, con un linguaggio accessibile – né troppo difficile né troppo allusivo – ma mai banale, alte competenze scientifiche. In altre parole, lo ‘avvicina’ al testo. Si configura quindi come un commento classico sia per lo studioso che per il lettore comune.

Quali le scelte operate da Teresa Poggi Salani in quest’impresa notevolissima? Intanto la cura e l’attenzione alla tradizione critica precedente:

Commentare, oggi, significa aderire con libertà al testo,
ascoltando la tradizione variegata dei commenti
anteriori, le tante letture interpretative degli studiosi,
anche di un tempo lontano e di diverso impianto.
E il commento è una lettura, privilegiata e a un tempo
vincolata da obblighi verso un destinatario cui si deve
rispondere o cui si ritiene si debbano offrire indicazioni,
notizie, spunti di lettura, pensamenti:
per un possesso più pieno dell’opera.

Poi l’attenzione straordinaria alla lingua: qualità e uso, locuzioni, modi di dire, valenza delle strutture logico-sintattiche, modalità interpuntive sono, diremmo, a portata di nota, come nell’esempio che proponiamo:

(Cap V § 1) Il qual padre Cristoforo: la sintassi (con l’uso della cosiddetta classica coniunctio relativa, dopo pausa forte) e il persistere dell’immagine (il padre Cristoforo ancora fermo sulla porta di casa) stringono fortemente al precedente il capitolo nuovo, che vede ancora protagonista il frate. La ripresa della narrazione si riassesta al passato remoto. Per altro verso l’interrogazione col solo ebbene? si pone “come continuando un discorso” solidale (De Michelis).

E ancora: glosse che mostrano l’affettività, l’attenzione per la differenza fra oralità e scrittura o spiegazioni su strumenti, usi, curiosità che oggi potrebbero non essere più comprensibili:

(Cap. VII § 7) i tocchi misurati e sonori della campana … del giorno: aveva detto Renzo: ‘quando sonerà l’ave maria, verremo a prendervi’ (§ 59). Quanto al misurati, “li chiama regolati perché in Lombardia sonan le campane con un modo speciale, come uno strumento a tastiera” (Petrocchi).

Infine, l’aspetto filologico e testuale, rigoroso e completo, che rende esplicito il grande lavoro continuo e intenso di Manzoni, la sequenza e frequenza delle correzioni e delle riprese tra le varie edizioni del testo (dal Fermo e Lucia, alla Ventisettana, alla Quarantana) e le fonti da lui utilizzate. Completano l’opera una Nota al testo che dà conto della storia dell’edizione del 1840-42 e delle parziali ristampe (1845), una Nota linguistica e un Indice, molto funzionale e articolato, che riprende i soggetti trattati nelle note: non solo lemmi ma anche tutta la fenomenologia retorica, simbolica, linguistica.

Un commento di riferimento esemplare e di lettura piana, che ci sentiamo di consigliare a tutti gli insegnanti.